martedì 20 agosto 2013

l'etnomusicologo e l'autobus

Ho passato i primi giorni a muovermi solo con i taxi, spendendo non pochi spicci locali. Questo era dovuto al fatto che, non sapendo dove e come fossero i posti che dovevo raggiungere - ed essendo questi posti spesso fuori dalle comuni mete turistiche - temevo ovviamente di perdermi. Quando ho riportato questo sconsiderato scialacquo, mi è stato giustamente detto: "e perché non prendi l'autobus, che è (molto) più economico?".

Perché.
Perché "prendere l'autobus" a Yangon non è proprio facile facile:
- devi sapere dove andare per trovare la "fermata", che tra l'altro non è segnalata praticamente mai;
- devi riuscire a riconoscere il numero dell'autobus;
- devi sapere in che direzione andare, quantomeno destra-sinistra o nord-sud, per poter salire sul mezzo giusto;
- ... e aiuterebbe anche conoscere la lingua. I controllori sono quasi sempre ragazzi che, sporti dalle porte aperte degli autobus ancora in movimento, urlano le destinazioni ai passanti sul marciapiede, come se fossero dei bancarellari che vendono la propria roba:


Ormai comunque ho preso confidenza con i mezzi pubblici, riesco a far capire dove devo andare al chiassoso personale di bordo, e vengo avvisato per tempo quando è il momento di scendere.

Ovviamente l'inconveniente è sempre dietro l'angolo - come stamattina all'alba quando, tornando dalla stazione delle corriere da e per Mandalay, il mio autobus cittadino ha pensato bene di rompersi, lasciandoci tutti a piedi, costringendo a stiparci in un mezzo molto più piccolo.

Tra le cose interessanti c'è da segnalare il fatto che su ogni autobus si possono trovare disegni/foto del Buddha proprio sopra la cabina del guidatore, immagino per scongiurare il famoso ritornello "e se famo l'incidente...":


Tra i punti oscuri che mi piacerebbe chiarire, però, quello che non si batte è l'aver trovato dentro la carrozza dell'autobus "Abì Bdì" (si chiama proprio così) la cartina con le fermate del 103 di Seoul (South Korea, chiarissimo se si ingrandisce l'angolo in basso a sinistra):


E dato che si è in tema, continuo con i trasporti: tra le principali "attrazioni" di Yangon c'è la "Circle Line", che consiste in pratica nel viaggiare intorno tutta la città, arrivando anche nelle regioni a nord più agricole (quindi esattamente all'opposto della Downtown di Maha Bandoola Rd.), per appena un dollaro, o giù di lì. Il viaggio dura qualcosa come tre ore, ma tre ore seduti, con arietta fresca, e con sempre qualcosa a movimentare il viaggio, come il mercato sulle rotaie...



...che, più o meno a metà tragitto, si trasferisce DENTRO al treno, con l'ovvio risultato che si viaggia circondati da ortaggi di tutti i tipi stipati in enormi bustoni che la gente che non fa che spostare continuamente.

 
Durante il viaggio poi abbondano i venditori di qualsiasi cosa: patatine, bibite, betel, ananas, roba fritta di ogni tipo, e non mancano nemmeno i matti locali che ti guardano e ridono. Per il fatto che, a quanto pare, ogni tanto il treno semplicemente inverte il senso di marcia, tornando lento e dondolante per lo stesso percorso fatto all'andata, piuttosto che completare il giro, i locali non usano la "CL" come un vero e proprio "mezzo pubblico".
 
Il primo giorno che sono arrivato, ignaro di tutto, il tassista mi ha fatto il prezzone, aumentando di ben 10 dollari il prezzo della corsa: ora che lo so, sento ancora di dover espiare, per quei 10 dollari.

5 commenti:

  1. budda - padrepio una faccia una razza...

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    1. infatti. tra l'altro oggi su una bancarella di libri usati ho trovato il fumetto della vita di padre pio, in italiano.

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  2. Vedi che i nostri viaggi sono destinati a incrociarsi? Gli autobus hanno deciso.

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    1. tra l'altro credo di aver capito perché: probabilmente 'sti autobus fatiscenti sono quelli che usavano in corea tot anni fa, e la birmania semplicemente se l'è comprati usati. Oggi stavo su un altro mezzo e c'erano altre scritte in coreano...

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