giovedì 5 settembre 2013

Bangkok

L'altra settimana ero a Bangkok, per sbrigare (con successo) alcune pratiche burocratiche.
Il volto del nemico da sconfiggere - l'Ufficio Visa dell'ambasciata birmana:


Gli uffici avrebbero aperto solo di lunedi', quindi ho avuto un intero fine settimana per un po' di turismo vecchio stile: Palazzo Reale, gitarella sul fiume in traghetto, pagode e monumenti vari, Museo Nazionale (dove tra l'altro c'e' una bella sala dedicata agli strumenti musicali, e io mi sentivo come un bambino a Natale). Dipinti e fotografie della famiglia reale, disseminati un po' ovunque tra strade, negozi, abitazioni, taxi - alcune in formato gigante - a sottolineare l'enorme devozione dei thailandesi per il "sangue blu" locale.

 

 


Immancabile il diluvio improvviso. Ho riparato sotto un padiglione in un parco, dopo un po' di tempo dal fiumiciattolo che scorre sotto il classico ponte in legno delle coppiette è uscito fuori il qui presente rettilone - e si è avvicinato pure parecchio:


Ma ho saltato un po' di passaggi.
Quando sono arrivato erano le 21:00 di venerdì. Esco dall'aeroporto e, assecondando come al solito la mia tirchieria, decido di avventurarmi sui mezzi pubblici (che qui funzionano al solito modo) invece di prendere un comodo ma più costoso taxi.
Morale: sbaglio due volte fermata, pagando quindi tre biglietti invece di uno (il taxi probabilmente sarebbe costato meno), chiedo informazioni qua e là, e alla fine, con molti dubbi, mi avventuro nella strada che mi è stata indicata, ovvero Silom.



Dopo la tranquilla e pacata Yangon, fare un salto improvviso nella movida del venerdì sera di Bangkok si accusa: locali di massaggi ovunque, signorine (forse) che sponsorizzano prive' con annesso "bizzarre show", locali gay con baldi e aitanti giovanottoni che ballano in slip, e figuri più o meno loschi a ogni angolo che offrono "bum-bum" in tutte le lingue mondo - il tutto in mezzo alla strada, tra un rumoreggiante e fittissimo traffico, carretti-ristoranti di cinesi che spandono odore di fritto, i jingles di McDonald's e KFC come trappole moschicida, metropolitana sopraelevata che scarica vagonate di persone, altarini con buddha incensati e sconsolati.



Amsterdam al confronto è una gita con l'Azione Cattolica.



Non ho foto a disposizione perche' ovviamente non potevano essere scattate, ma si puo' usare la fantasia o vedere il becero Una notte da leoni 2.

All'inizio del '900 la buonanima di Conrad la descriveva così:
Era là, estesamente sparsa su ambe le rive, la capitale d'Oriente che mai aveva conosciuto conquistatori bianchi: una distesa di scure case di bambù, di stuoia e di foglie, e con uno stile di architettura vegetale, sorta dallo scuro suolo sulle sponde del fiume fangoso. Era stupefacente pensare che in tutte quelle migliaia d'abitazioni umane probabilmente non v'erano neppure sei libbre di chiodi. Alcune di quelle case fatte d'erba e paletti, come nidi d'una specie di animali acquatici, erano abbarbicate sulla bassa sponda. Altre parevano spuntare dall'acqua; altre ancora galleggiavano ancorate proprio nel bel mezzo della corrente. Qua e là in lontananza, sopra l'affollata distesa delle basse creste dei tetti, torreggiavano grandi edifici in muratura, il palazzo del re, templi splendidi e decrepiti, crollanti sotto il sole a picco tremendo e opprimente, quasi palpabile cosa, che sembrava entrarvi nel petto attraverso il respiro e impregnarvi le membra attraverso ogni poro della pelle.

Oggi e' piu' o meno cosi':


 

E le notizie da casa non sono mai rassicuranti: ilsole24ore.

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